Indian: la storia della moto

La Indian Motocycle Manufacturing Company è un’industria motociclistica statunitense nata a Springfield, Massachusetts.

Indian è la casa motociclistica più vecchia d’America e fu un tempo la più grande industria motociclistica al mondo. I modelli di motocicletta più popolari furono The Scout, costruito fino alla seconda guerra mondiale, e The Chief che è stato prodotto dal 1922 al 1953.

Indian_1901

Prototipo del 1901

L’azienda venne fondata da George M. Hendee e Carl Oscar Hedström, entrambi appassionati ciclisti, che studiarono e progettarono il loro primo modello dotando un telaio ciclistico di un propulsore monocilindrico erogante 1,75 hp. I primi esemplari venduti risalgono al 1901, pertanto riconosciuto ufficialmente come anno di nascita della Indian, facendone quindi la più antica casa motociclistica americana. Tra l’altro nel 1902 con una Indian Hedstrom conseguì il record di velocità mondiale a 56 mph.

Il successo arrise subito alla nuova compagnia e la produzione passò dai 500 esemplari circa del 1904 agli oltre 32.000 costruiti nel 1913, rendendola la principale Casa statunitense (primato perso al termine della prima guerra mondiale a favore della principale concorrente, la Harley-Davidson).

Indian Powerplus

Indian Powerplus

Nel 1907 venne presentato il primo bicilindrico a V al fine di aumentare coppia e potenza, mentre l’azienda continuava a collezionare numerosi successi in gara e record di vario tipo come quello ottenuto nel 1914 da Erwin “Cannonball” Baker che attraversò gli Stati Uniti d’America da San Diego a New York in soli 11 giorni 12 ore e 10 minuti.

Nel frattempo la fama della Indian varcò l’Atlantico grazie ai successi sportivi, tra cui c’è da rimarcare quello del Tourist Trophy dell’Isola di Man del 1911 dove ottenne una storica tripletta. Un aneddoto riporta a titolo di curiosità che le motociclette erano sprovviste di freno anteriore, seguendo le opinioni americane del tempo sulla loro pericolosità.

Sempre negli anni dieci vide la luce un modello di successo, la Powerplus, sempre nella configurazione a V con valvole laterali, che venne venduta sia in patria che all’estero.

Gli anni a cavallo della prima guerra mondiale furono però anche quelli che modificarono profondamente l’azienda con il ritiro dei due fondatori; Hedstrom lasciò l’azienda nel 1913 seguito dall’ex socio Hendee che la lasciò nel 1916.

Il periodo tra le due guerre mondiali

Indian-1926-Chief

Indian Chief degli anni 20

Agli anni venti risale la presentazione dei modelli Indian di maggior successo, la Scout (più piccola ed economica) e la Chief (più costosa e dotata di un propulsore ‘Big twin’), che condividevano la stessa tipologia di motore bicilindrico a V da 42°, con una cilindrata di 596 cm³ per la prima, e di circa 1.000 cm³ per la seconda.

Entrambe si guadagnarono in breve tempo fama di robustezza e affidabilità, cosa che le fece restare nel catalogo della casa, con vari ammodernamenti, per circa un trentennio. Caratteristiche estetiche peculiari di questi modelli erano i parafanghi avvolgenti e lo stemma sul serbatoio, tali da renderle immediatamente identificabili anche da persone inesperte.

Indian Chief del 1946

Indian Chief del 1946

Le vicissitudini aziendali, dopo l’acquisto dell’azienda concorrente Ace Motor Corporation, avvenuto nel 1927 e che portò in dote alla Indian nuovi propulsori 4 cilindri in linea per completare la gamma che già comprendeva monocilindrici di media cubatura, videro nel 1930 l’unione con la casa automobilistica Du Pont Motors; ben presto venne però cessata la produzione automobilisticaper concentrarsi su quella delle due ruote (scelta che si rivelò ben presto disastrosa, dato l’enorme successo delle automobili sul mercato interno).

La grande Depressione successiva al 1929 fu molto dannosa, portando la produzione ad un livello di circa 4.500 esemplari annui, mantenuto perlopiù invariato sino alla seconda guerra mondiale. Indian restava in ogni caso la più temibile concorrente della maggiore casa motociclistica del paese, la Harley-Davidson, nonostante la gamma più ristretta, essenzialmente grazie alla fama di robustezza ed affidabilità di cui godeva.

La guerra e la chiusura

La Indian dedicò tutte le sue energie nel periodo bellico alla produzione di veicoli per le forze armate, cosa che le fece pressoché abbandonare il settore civile e portò anche un grave periodo di crisi nel momento in cui si trovò i magazzini pieni di ricambi invenduti per i modelli militari. Proprio per esaudire le richieste dei vertici militari venne anche progettata la Indian 841 dotata di trasmissione a giunto cardanico, soluzione giudicata più adatta per quell’uso specifico. Il mezzo però, al pari del concorrente progettato da Harley-Davidson, non ebbe una grande diffusione avendo le forze armate giudicato più favorevole l’utilizzo delle nuove Jeep.

La nuova proprietà subentrata alla precedente DuPont fece un tentativo di risollevare l’azienda con la messa in produzione di alcuni nuovi modelli, di piccola cilindrata rispetto allo standard a cui erano abituati gli estimatori del marchio. L’iniziativa non ebbe però successo e la produzione in proprio di motocicli terminò definitivamente nel 1953, lasciando alla Harley-Davidson il ruolo di unico produttore di motociclette americano per molti anni. Per qualche tempo si videro ancora sul mercato modelli marchiati Indian, ma si trattava di due ruote costruite dalla Royal Enfield su cui era apposto il famoso stemma dei nativi americani.

La rinascita del marchio

Il marchio commerciale e la denominazione “Indian” (tuttora molto conosciuti) furono negli anni utilizzati a vario titolo e con vari scopi, oltre ad essere oggetto di complesse controversie legali. Nel 2004, Stephen Julius e Steve Heese acquistarono i diritti del marchio e brevettuali della “Indian” creando la Indian Motorcycle con base a Kings Mountain nella Carolina del Nord: la nuova produzione iniziò nel 2008 con l’uscita della Nuova Chief, peraltro senza successo (si trattava sostanzialmente di motociclette Harley-Davidson modificate più che altro a livello estetico).

Nel 2011 il marchio è stato acquistato dalla compagnia Polaris Industries, un colosso statunitense che già si occupava di produzione motociclistica con il marchio Victory, e nel 2013 sono stati presentati 3 nuovi modelli con un motore innovativo, ma rispettoso della tradizione, di ben 1.811 cc: la Chief Classic, la Chief Vintage, la Chieftain.